Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/326

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totale intorpidimento di membra, e queste si erano fatte talmente dolenti, che non mi potei contenere dal mandare acutissime grida. Passai avanti i religiosi che si portavano in coro, gridando sempre fortemente e senza loro badare, e con degli sforzi lenti e penosi, ritornai nella mia cella.

Una tanto straordinaria circostanza non poteva mancare di attirare una grande attenzione: l’ordine e la tranquillità della casa erano stati turbati nel corso di quella notte. Il molto soffrire ha la proprietà di renderci superstiziosi, ed io aveva un funesto presentimento che la investigazione del fatto straordinario sarebbe росо favorevole per me. Io era il Giona del naviglio; da qualunque parte si scatenasse la procella, sentiva che mio ne sarebbe stato tutto il danno. Verso il mezzo giorno mi fu annunziato che dovessi andare a trovare il superiore nella sua camera. Mi vi recai dolente, pallido, abbattuto; le mie forze fisiche erano spossate dalla fatica, e dal bisogno di riposare e