Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/335

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raviglia che tutti i mobili, che mi erano stati tolti per lo innanzi, vi erano stati di nuovo riportati, come per incanto, nel tempo che io riposava. Balzai precipitosamente dal letto e riguardai intorno a me quasi rapito in estasi. Intanto l’ora della refezione si avvicinava e la mia gioia andavasi raffreddando; sentiva rinascere in me i consueti terrori. Ella è cosa difficile, che da uno stato di umiliazione estrema si possa senza emozione ritornare alla sua primiera posizione nella società di cui uno è membro. Quando sentii il segno della campana discesi: mi arrestai per un momento alla porta, quindi con un disperato impulso entrai e presi il consueto mio posto: nessuno si oppose. Dopo il desinare la comunità si separò; io stava aspettando l’ora del vespero, l’ora decisa. La campana suonò alla fine; i religiosi si adunarono; io mi unii seco loro senza trovare opposizione; presi il mio posto in coro: il mio trionfo era completo; ma questo n’incuteva tanto più di timore. Ohimè! qual’è