Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/340

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il pensiero, il sentimento, la passione, e ciò che serve a metterla in moto, la vita e l’avvenire, tutto era per me spento ed annientato.

Io mi tratteneva più lungo tempo che poteva nel giardino; non già che io avessi in mira qualche cosa, ma per una specie d’istinto, che in me aveva preso luogo di scelta nell’agire. Una sera io ci osservai del cambiamento. La fontana di esso giardino aveva bisogno di qualche riparazione; la sorgente che ad essa somministrava l’acqua era situata fuori del recinto del convento, e gli operai avevano dovuto fare un’apertura nel muro, il quale rispondeva su di una pubblica strada. Codesta apertura era ben guardata il giorno mentre gli operaii attendevano al lavoro, e di notte veniva chiusa da una porta fatta espressamente. Durante il giorno però questa era aperta, e codesta immagine di libertà in mezzo alla certezza di dovere stare in quel luogo perpetuamente rinserrato, aggiungeva un nuovo stimolo al mio dolore, che d’altronde aveva in