Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/350

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ilarità affettata ed una magnanimità reale, che faceva tutto ciò non per altro motivo, che per me. O mio Dio! quali furono i miei sentimenti! La sera vegnente ritornai alla porta e non vidi alcun foglio: aspettai però molto tempo, ma tutto invano. Nel seguente giorno fui più felice, la medesima voce ripetè sommessamente: Alonzo! e mi sembrò più soave di qualunque musica, che avessi finora udita. Il nuovo biglietto non conteneva, che alcune poche linee, e perciò non durai fatica ad inghiottirlo appena lo ebbi letto. Esso era scritto così: ho trovato alla fine un ebreo, il quale acconsente ad imprestarmi una somma considerabile. Egli pretende di farmi credere, che non mi conosce; io però sono convinto, che il mio nome non gli è straniero. Del rimanente (ciò che importa) esso non mi tradirà; perciocchè il frutto, che vuole che io gli paghi, e le sue pratiche illegali mi assicurano della sua descrizione. Tra pochi giorni io possederò i mezzi da liberarvi, e sono stato bastan-