Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/355

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timore, e la solitudine, la timidezza ed il pericolo della mia. Quantunque io non cessassi di ardere del desiderio e della speranza di evadere da quel luogo per mezzo del suo coraggio e destrezza, pur ciò non ostante paventava di confidare la mia sorte ad un giovane di un carattere così impetuoso; ad un giovane, che aveva segretamente abbandonata la casa paterna; che viveva in Madrid a forza d’inganni e di imposture, e che aveva impegnato nella sua intrapresa uno sciagurato, l’obbrobrio della natura. Su qual fondamento posava dunque la speranza della mia liberazione? Da una parte sulla tenera energia di un giovane poco cauto, intraprendente e senza sostegno: dall’altra sulla cooperazione di un demonio, che incomincierebbe forse dall’impossessarsi della pattuita ricompensa, e che in seguito col tradirci entrambi, porrebbe il suggello alla nostra scambievole ed irreparabile disgrazia.

Immerso in tale riflessione e tormentato da’ più orribili dubbi, io non faceva che prendere ora l’una ora l’al