Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/367

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che anticamente serviva di comune sepoltura, ed il quale comunica, per quanto mi è stato detto, con la cateratta che si vede nel giardino. — Per quanto vi è stato detto! ripresi io. Giusto cielo! sopra una voce vaga dunque voi vi affidate in un affare di tanta importanza? Se non siete sicuro, che questo passaggio esista, so non ne conoscete perfettamente la direzione, noi possiamo errare dentro il sotterraneo per tutta la notte, e forse.... — Non mi interrompete più con tante deboli obbiezioni. Io non ho tempo di porgere orecchio a de’ timori che non posso nè sentire nè dissipare. Se noi per mezzo della cateratta arriviamo sani e salvi al giardino, un altro pericolo ci sta preparato. Qui egli arrestossi, come un uomo che voglia veder l’effetto del timore, che egli stesso ha fatto nascere, non già per cattivo cuore, ma per vanità e per far risplendere sempre più il suo coraggio. Io guardava il silenzio, ed egli non veggendo in me nè disposizione di fargli degli encomi nè timore, proseguì a dire: