Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/82

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I convitati passeggiavano dispersi qua, e là a loro talento pe’ viali del giardino. Gli sposi novelli ne percorrevano uno, in cui si mescolavano insieme i soavi profumi de’ mirti e de’ melaranci. Rientrando nel salone dimandarono ambedue se nessuno avesse inteso il suono quasi celeste, che avevano essi udito eccheggiare fra boschetti. Nessuno aveva sentito suono di alcuna sorta: tutti rimasero compresi perciò da stupore. Il solo inglese, che non erasi dipartito dalla sala del festino, sorrise, per quanto viene assicurato, in una maniera affatto particolare. Già era stato rimarcato il suo silenzio, ma lo avevano attribuito al suo ignorare la lingua spagnuola; ignorare, di cui nessuno di quelli, che ivi erano radunati, aveva voluto accertarsi, indirizzandogli la parola. Non si fece più motto intorno alla melodia fino a che i convitati si furono posti a tavola. In quanto a donna Inès e al suo giovane sposo, sorridendo vicendevolmente fra loro con una gioia mista di sorpresa, dichiararono di sentirla