Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/85

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lenzio pieni di stupore, dessi erano tutti al loro posto, solo Olveida era in piedi; ma all’istante medesimo l’inglese levossi in piedi, e fissando i suoi occhi su quelli dell’ecclesiastico, sembrò che volesse in certa maniera affascinarne lo spirito. Olveida sentì mancarsi le forze, vacillò ed appoggiandosi al braccio di un paggio chiuse gli occhi come per evitare lo sguardo dello straniero, sguardo il cui straordinario splendore avea d’altronde atterrita tutta la società, ed esclamò: Chi mai si trova pres so di noi? Chi? Io non saprei pregare alla sua presenza. La terra che egli calpesta co’ suoi piedi si dissecca! L’aria che egli respira è di fuoco! Le vivande che egli tocca si convertono in veleno! Il suo sguardo è più terribile della folgore! Chi mai è presso di noi? Chi? ripete una seconda volta l’ecclesiastico, con una espressione dolorosa che era visibile in tutti i suoi movimenti; il suo cappuccino cadutogli indietro lasciava vedere una fronte quasi calva, sulla quale i rari capelli si sollevavano per