Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/103

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oggetti, i quali erano a lui cotanto famigliari, potessero essere ributtanti per un estraneo, quindi scuotendo il capo, mi disse:

Sei uno sciocco; ma tu sei un Nazareo e ti compiango. Mangia, di grazia, e sii persuaso, che coteste figure non ti faranno alcun male. Coteste ossa prive di vita non possono nè misurare nè toglierti i tuoi alimenti. Io presi dunque il pane, che egli non cessava di offrirmi, e bevetti a lunghi sorsi del suo vino, che la sete cagionatami dallo spavento dall’ansietà mi faceva tracannare, come se fosse stata acqua pura. Ciò non pertanto non cessava di segnarmi tratto tratto, e di pregare Iddio, che questo cibo e questa bevanda non si convertisse in un funesto e diabolico veleno. L’ebreo Adonia mi contemplava con una compassione ed un disprezzo ognor crescenti. E, che è che ti arreca tanto spavento? soggiunsemi; se io possedessi il potere, che a’ tuoi confratelli nella fede mi viene attribuito, invece di apprestarti degli alimenti, non potrei io