Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/108

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non si estingueva giammai. Adonia accennandomi con la mano le pergamene sparse sulla tavola mi disse: E in ciò, che abbisogno del tuo soccorso. Più della metà di una vita prolungata al di là deʼ limiti accordati ai mortali fu da me consacrata a raccogliere e trascrivere questi manoscritti; ma gli occhi miei cominciano ad oscurarsi, ed ho bisogno di esser aiutato dall’occhio più veggente e dalla mano più sollecita e pronta della giovinezza, ed è questa la ragione per cui mio fratello avendomi renduto certo, che tu maneggiavi la penna con la celerità di uno scriba che inoltre avevi bisogno di un luogo di rifugio, ho acconsentito, che tu venissi a stare sotto il mio tetto e mangiassi delle cose che tu hai vedute o di quelle di cui potrà venirti talento, eccettuate quelle che vengono proibite dalla legge e dai profeti, che inoltre tu ricevessi da me uno stipendio, come mio servo.

Dovrò confessarvelo, signore? per quanto triste fosse la mia situazione, non potei a meno di arrossire all’idea