Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/127

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cigni e le rovine in maniera che più non formavano se non una massa informe, la quale pareva attestasse ad un tempo l’impotenza della natura e dell’arte, abbattute da quella potenza che le ha create e che può quando vuole ridurre entrambe al nulla da cui le astrasse. Da una parte erano delle colonne, su cui vedevansi incisi de’ caratteri geroglifici; dall’altra delle pietre, che portavano l’impronta di un potere irresistibile. Mortali, diceva codesto potere, voi delineate con lo scarpello ed io non iscrivo che col fuoco. Qua le reliquie del monumento offrivano la rappresentazione dei terribili serpenti su’ quali Sèeva era stata assisa; là vedevasi la rosa schiudersi il passo e sbocciare tra le fenditure delle rupi, come se la natura avesse voluto mandare la più vaga delle sue creature a predicare la mansuetudine e l’innocenza agli enti dotati di ragione. La statua vedevasi caduta ed i suoi sparsi frammenti ricuoprivano il terreno. Vedevasi ancora però la sua orribil bocca, dentro la quale altre volte erano sta-