Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/128

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ti gettati de’ cuori ancor palpitanti, mentre che ora de’ bellissimi pavoni, spiegando la loro coda magnifica, nudrivano i loro figli fra mezzo ai tamarindi, che ne ombreggiavano gli anneriti frammenti.

I giovani Indiani si avanzavano e di mano in mano diminuiva in essi il timore. Tutto intorno ad essi era calma, oscurità, silenzio. Vicino alle rovine erano gli avanzi di una fontana, simile a quelle che si veggono vicino alle altre pagodi, e che servono a rinfrescare e purificare quelli che vanno a visitare il luogo; ma gli scalini pe’ quali vi si discendeva erano spezzati e l’acqua era divenuta stagnante. I giovani Indiani ne bevettero ciò non ostante alcune stille, invocando la diva protettrice dell’isola, dopo di che si avvicinarono all’unica arcata, che era rimasta intatta. L’interno del tempio era stato scavato sul masso; vi si vedevano come nell’isola Elefantina, delle figure mostruose tagliate in pietra, delle quali alcune aderenti alla rupe ed altre distaccate.