Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/141

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Invece di risponder alla di lei interrogazione lo straniero le fece intendere di aver fame. Immalia lo invitò a seguirla, e gli imbandì un pasto semplice e frugale di fichi e di tamarindi, ed attinse dentro una noce di cocco dell’acqua di una limpida fontana. Intanto che egli mangiava, Immalia gli raccontò tutto ciò, che sapeva di sè medesima. Dessa era, gli disse, figlia di un palmizio: cioè a dire che sotto l’ombra di quello aveva provata la prima sensazione della sua esistenza. Era senza dubbio bene avanzata in età, giacchè aveva vedute molte rose nascere, e seccare; e quantunque fossero state seguite da altre rose; dessa amava più le prime, perchè erano molto più belle e più brillanti; d’altronde tutto era impicciolito, giacchè presentemente poteva arrivare a staccare i frutti, che un tempo non poteva ottenere, se non quando fossero caduti in terra.

Qui lo straniero la interruppe per dimandarle come avesse appreso a parlare. Questo era ciò che vi an-