Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/151

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mio ritorno vi recherò un abbozzo del mondo, dal quale io vengo, e che in breve dovrete voi medesima abitare. — Vi rivedrò dunque? senza di ciò come potrei io parlare di pensieri? — Oh, sì! oh, certamente! — Ma perchè ripete voi due volte la medesima cosa? Una sola vostra parola mi sarebbe stata sufficiente. — Ebbene! dunque, sì. — Prendete questa rosa e respiriamone insieme la fraganza. Così io dico ancora al mio amico del ruscello quando mi chino per abbracciarlo; ma egli si ritira la sua rosa prima che io l’abbia sentita, e lascio la mia sulle acque. Ebbene! non la volete prendere? — Sì, senza dubbio, rispose lo straniero prendendo un fiore dal mazzetto, che Immalia gli presentò. Questo incominciava ad appassire. Egli se ne impadronì e se lo nascose in seno. Dunque, proseguì Immalia, voi tornate di nuovo a traversare questo mare oscuro, senza entrare in una di quelle grandi conchiglie, nelle quali ho veduto tante volte venire quelle creature dal color rossastro, delle quali