Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/175

Da Wikisource.
166

giore a rispondere alle questioni, che cotesta scoperta le suggeriva; ma Immalia insistette sì vivamente, e pose in uso una sì amabile importunità nel reiterarle, passo sì schiettamente da un dolore profondo e grave, ad una curiosità infantile ed intelligente, che era impossibile di resisterle e non appagarne le brame.

Può darsi ancora, che un’altra cagione agisse su quel profeta di mal augurio e lo costringesse a pronunziare una benedizione, quando egli non avrebbe voluto, che maledire: egli è però questo un mistero che non ci è permesso di approfondare, e che non sarà conosciuto, se non nel memorando giorno, in cui tutti i segreti saranno fatti manifesti. Checchè ne sia, egli sentissi forzato a dire, che cotesta religione della quale vedeva in quell’atto i riti ed i seguaci, era quella di Cristo. Ma quali ne sono i riti? gli dimandò Immalia. Fanno essi morire i loro figli o i loro genitori per contestare ch’essi amano il loro Dio? Li sospendono essi nei panieri perchè vi periscono, o li espongono sulle rive