Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/199

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ti fisici, che la attorniavano; perciocchè la natura preparava una di quelle convulsioni terribili, una di quelle improvvise agonie, le quali sono il preludio, che verrà un giorno, in cui il mondo intiero sarà distrutto e si compierà la promessa terribile, che cotesta devastazione parziale si è limitata a predire.

La serata era oscura; spesse nubi oscuravano l’orizzonte dall’orto all’occaso. Sull’alto de’ cieli brillava un pallido azzurro, che rassembrava allo splendore degli occhi di un moribondo. Nessun soffio di vento increspava la superficie del mare; le frondi stavano immote senza che nessun zefiretto venisse ad agitarle; gli augelli guidati da quell’istinto, che loro insegna ad evitare la pugna degli elementi, si erano ritirati e nascosti tra i rami delle piante ad essi favorite. La natura nelle sue grandi e terribili operazioni è simile ad un giudice, che alcuni momenti avanti di pronunziare la sentenza guarda un profondo silenzio.

Immalia considerava lo spettacolo