Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/205

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un oggetto, e quest’oggetto mi ha abbandonato! Dacchè lo vidi, tutto, tutto ha cangiato d’aspetto. I fiori non hanno più i loro vivaci colori; men dolce è il mormorio delle onde; le stelle non mi sorridono più dall’alto de’ cieli, ed io medesima comincio a preferire la tempesta alla calma.»

Ponendo fine al suo canto selvaggio voleva ella abbandonare il luogo, ove il furor della ognor crescente tempesta non le permetteva di più fermarsi, quando nel rivolgersi vide gli occhi dello straniero fissati sopra di lei. A tal vista arrossì, nè fece uscir dalle sue labbra il grido di gioia, col quale aveva l’abitudine di accoglierlo; ma la seguì con piede mal fermo, e volgendo altrove il capo fino alle ruine della pagode, ove gli faceva segno di venire a cercare un asilo contro il furore della tempesta ed il corruccio degli elementi.

Dessi vi si approssimarono in silenzio; ed era una cosa strana a vedere in mezzo alle convulsioni della natura due persone camminare insie-