Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/245

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il gusto della sua giovane padrona, propose di farla rinvenire per mezzo dell’odore de’ fiori. Si affrettò dunque ad andare a cogliere delle rose e le presentò a donna Isidora. La vista e la fragranza di quei fiori richiamò mille rimembranze del tempo trascorso alla infelice, onde ella fece un cenno con la mano perchè a sè le togliessero d’avanti, ed esclamò: ah! qui non vi ha nessuna rosa simile a quelle, di cui era adorna quando egli mi vide per la prima volta! Egli! chi, mia figlia, disse donna Chiara ricolma di spavento. Spiegatevi, mia sorella, lo esigo, disse l’impetuoso don Fernando; di chi intendete parlare? Essa è in delirio, lo interuppe il padre Giuseppe, cui la sua abituale penetrazione aveva fatto conoscere, che in quell’avventura vi era qualche mistero. Essa è in delirio, e non è cosa conveniente di circondarla in tal guisa, e di farle tanto pressanti interrogazioni. Madamigella, andate a riposare ed i santi veglino sul vostro sonno.

Donna Isidora salutò l’ecclesiasti-