Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/271

Da Wikisource.
262

loro invito! Codeste voci risuonano tutte nella mia; il loro fuoco brilla negli occhi miei ed arde dentro il mio cuore. Ascoltatemi, Isidora, mia diletta, ascoltatemi. E sinceramente e per sempre che io vi ricerco. Oh! quanto deboli sono i vincoli, che uniscono insieme gli amanti mortali, paragonati a quelli, che ci uniranno ambedue nella eternità! Voi amate la musica: sentirete senza dubbio la maggior parte de’ cantori che hanno esistito, da Tubalcain fino a Lulli. I loro accordi saranno di un genere singolare sarà il muggito eterno di un mare di fuoco, che forma il basso continuo al canto di milioni di cantori, che penano! — Che volete voi dire con questa orribile descrizione? le vostre parole sono tanti enimmi per me; io non v’intendo. Non m’intendete! (rispose Melmoth con un’aria freddamente satirica, la quale era in un terribile contrasto con l’ardente intelligenza, che gli brillava negli occhi) non m’intendete! — Non siete amante della musica? — Io l’amo. Amate ancora la