Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/29

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per un momento; poscia si avanzỏ di nuovo verso di me, ed io riconobbi il compagno della mia fuga. Tutto ciò che era seguito l’ultima volta, che ci eravamo veduti si rinfacciò ad un tratto alla mia memoria. Mi alzai con un soprassalto ed esclamai: Siamo nei liberi? Zitto!... un di noi è libero, ma noi non dobbiamo parlare con voce tanto alta. — Mi è stato già detto, ma non so comprendere il motivo di questo misterioso silenzio. Se sono libero, ditemelo, e ditemi ancora se Giovanni sopravvisse a quel terribile momento.... La mia ragione è appena ritornata; ditemi come sta Giovanni. — Oh! benissimo. Non vi ha principe che riposi sotto un baldacchino più sontuoso. Desso è sorretto da colonne di marmo, ove sono delle bandiere, che sventolano e delle penne di una grande magnificenza. Vi era ancora della musica, ma non pare che egli ci facesse attenzione. Egli era adagiato sul velluto e sull’oro; eppure rimaneva insensibile a tanta pompa. Sulle scolorate labbra gli stava il sorriso dello