Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/315

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mente d’avanti agli occhi, presente, o assente che siate; tanto nel sonno, come nella veglia. Io ho vedute delle forme più seducenti; ho ascoltato delle voci più melodiose; avrei potuto trovare un cuore meno crudele; ma la prima immagine, quella immagine incancellabile si è impressa nel mio cuore, ed in esso rimarrà fino a tanto che avrò vita. Io non vi ho già amato per la vostra bellezza, nè pel vostro umor gaio, nè pe’ vostri discorsi teneri; vi ho amato perchè voi foste il primo, il solo vincolo che riunì il mio cuore col mondo, quegli che insegnommi a conoscere l’istrumento maraviglioso, che posseggo in me medesima, cioè la ragione: perchè la vostra immagine nel mio pensiero si congiunge con tutto ciò che vi ha di bello nella natura, perchè la vostra voce, la prima volta, che io l’ascoltai, mi sembrò uniforme al fragore de’ flutti, all’armonia delle stelle; anco al dì d’oggi essa mi rammemorava la felicità immaginaria, che io un tempo godetti. Io la ascolto tuttora come un