Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/350

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cipio indirizzò al suo avversario dei rimproveri rispettosi, ed in seguito cominciò a più riprese, e con voce soffocata a gridare; aiuto! aiuto! aiuto! E quasi subito Isidora sentì un corpo pesante cadere nell’acqua, che scorreva ai piedi della montagna al di sopra della quale si ritrovavano. L’eco ripetè per più volte il tonfo, ed in seguito ogni cosa fu tranquilla. Isidora si chiuse gli occhi con ambedue le mani gelate, e rimase in quella positura fino a tanto che Melmoth le disse; Affrettiamoci, amica mia. — E dove andiamo? gli rispose Isidora senza sapere cosa dicesse. — Al monastero diroccato, mia buona amica... all’eremitaggio ove il sant’uomo, l’uomo della vostra religione ci unirà. — Che è addivenuto delle persone, che c’inseguivano? — Non c’inseguiranno più. — Mi è parso di vedere una figura umana. Non la vedete più. — Ho sentito un corpo grave e pesante cadere nel torrente. — Era una pietra caduta dall’alto di un precipizio: le acque hanno rumoreggiato per un momento: ma