Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/349

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chio d’Isidora seguiva macchinalmente la mano di Melmoth che si dirigeva verso una figura, che attraverso le ombre della notte poteva a mala pena distinguersi; questa in seguito disparve allo scendere della montagna, ma quasi subito si lasciò rivedere offrendo, per quanto almeno lo prometteva l’oscurità della notte, l’apparenza di un uomo, e continuando questo ad avanzare, i passi e la forma di lui divenivano sempre più distinti. Melmoth immantinente sciolse dal braccio d’Isidora, che raccapricciando pel terrore, ma non essendo in grado di profferire una parola, non potè pregarlo di fermarsi; ella si trονό più morta che viva, ed i suoi piedi sembravano inchiodati sul terreno; stette ciò non per tanto in ascolto ma senza potersi render conto di ciò, che seguiva. Fra le ombre della notte travedeva o le sembrava di travedere una breve lotta fra due figure umane, e durante questo tempo le parve di riconoscere la voce di un suo domestico, che le era molto attaccato. Esso da prin-