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Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/45

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che dicessi: dopo di che raccomandandomi alla protezione di Dio si ritirò.

Non mi fu difficile di comprendere ciò che si trattava; ma tranquillo sulla mia innocenza in quanto al non avere in nulla cooperato a tali visite straordinarie, stetti aspettando il mio interrogatorio piuttosto con della speranza, che con timore. Dopo le interrogazioni ordinarie perchè io fossi in prigione? chi mi avesse accusato? di qual delitto io mi sentissi colpevole? se mi ricordassi di aver giammai dimostrato del disprezzo pe’ dogmi della Chiesa? ec. ec., mi furono fatte delle interrogazioni pressanti, che sembravano, avessero indirettamente rapporto coll’individuo, che mi aveva visitato: Risposi con una sincerità, che parve fare una impressione terribile su’ miei giudici. Dissi loro schiettamente che un individuo era entrato nella mia prigione. — Bisogna chiamarla una cella, m’interruppe il grande inquisitore. — Sia: nella mia cella. Cotesta persona parlò del Sant-Uffizio col