Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/51

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no non potrebbe riuscire; voi però non potete ignorare quale ne sarà la difficoltà: codesta difficoltà vi spaventerà ella forse? Esitereste voi? Forse voi siete persuaso, che languendo qui nelle prigioni della inquisizione, assicurerete infallibilmente la vostra eterna salute. Non vi è orrore più assurdo, e non ostante più radicato nel cuor dell’uomo, che le sue sofferenze in questo mondo possano facilitargli la sua felicità.

All’udire tanto empie parole ruppi finalmente il silenzio per rispondergli, esser io pienamente convinto, che le sofferenze di questa vita servirebbero in parte a mitigare i castighi, che pur troppo io aveva meritati per la vita avvenire. Cominciai a confessare i miei errori, ed a raccomandarmi con tutta la energia del dolore all’onnipossente Signore. Invocai il nome del Salvatore e della sua Genitrice con le suppliche le più ardenti e la più viva divozione. Io mi era inginocchiato: quando mi alzai, e riguardai a me d’intorno l’incognito era scomparso.