Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/60

Da Wikisource.

55

va l’orologlio; ed il progresso pacifico e silenzioso del tempo, in mezzo alla confusione ed al tumulto di quella orribile notte, avrebbe potuto offrirmi materia di profonde meditazioni, se la mia attenzione non fosse stata in certo modo incatenata dalla vista di una figura umana, ferma ed immobile sopra la cuspide del campanile, e che novello Nerone contemplava quella scena con una calma perfetta. Era impossibile che m’ingannassi alla vista di cotesta figura: era quella dell’incognito, che mi aveva visitato nella mia cella. In quel momento medesimo la volta del cortile, che ci stava dirimpetto cadde a’ nostri piedi con uno spaventevole fragore ed in mezzo ad un oceano di fiamme; un grido unanime uscì dalle bocche di ognuno. Prigionieri, guardie, inquisitori fremerono tutti, e non formarono più, che un gruppo riunito dallo spavento....

Dopo un breve istante le fiamme essendo state momentaneamente soffocate da una tanto vasta massa di pietre e di rottami, s’innalzò una sì