Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/10

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no due giovani Ebe, che versavano un liquore, che al solo contatto convertivano in nettare.

«La vivacità de’ giovani figli di Walberg era stata di buon’ora repressa dalle disgrazie che i loro genitori avevano sofferte: fino dalla loro infanzia avevano essi presa l’abitudine di camminare con passo timido, di parlare a voce bassa, di girare intorno incerto lo sguardo: in una parola essi avevano acquistate tutte le maniere, che vengono da uno stato miserabile inculcate e che i genitori non veggono, se non con dolore. Ma oggi tutto era variato; il loro giovane cuore poteva finalmente dilatarsi; il sorriso, straniero alle loro labbra, che si faceva in esse vedere con tutta la sua grazia e la timidezza del la loro antica abitudine, non faceva che aggiungere un pregio maggiore alla espressione della loro nuova felicità. Di faccia a questo quadro, i cui colori erano ad un tempo sì teneri e vivaci, stavano assisi i due vecchi avi: il contrasto era rimarchevole; da una parte si vedevano i più be’ fiori della