Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/121

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fronte ricoperta di rughe; gli occhi neri brillano di uno splendore maraviglioso sopra un volto freddo e bianco come quello di una statua; dessa è Eleonora Mortimer. L’altra cammina al fianco di lei con un passo sì misurato, che sembra muoversi in forza di un ingegnoso meccanismo. I suoi occhi si dirigono tanto dirittamente al davanti di lei, che non iscorge nè il cielo, nè la terra, nè gli alberi o i campi, che sono intorno alla strada. È una zia puritana di Eleonora, una sorella di sua madre, presso la quale ella ha fissata la sua residenza.

A contare dal giorno del suo matrimonio deluso Eleonora piena del sentimento del verginale orgoglio, sentimento, che neppure il dolore poteva soffocare, non aveva avuto altro desiderio che di abbandonare il luogo, che stato testimone della sua sciagura. Invano cercarono di distorla dal suo proposito e madamigella Anna e la sua cugina Margherita, che ricolme di errore a tal funesto avvenimento, del quale non potevano indovina-