Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/140

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rebbe già nella tomba al momento che sua nipote leggesse la lettera. Eleonora versò delle lagrime, ma queste non furono cagionate che da una commozione fisica, non già da un morale sentimento. Niente indura tanto il cuore, quanto l’amore, benchè sembra, che dovrebbe piuttosto addolcirlo. Ella rispose, che quanto prima avrebbe cercato di fare una tal risoluzione; parlava in seguito del suo infelice amore, del quale deplorava la forza invincibile, e terminava coll’esprimere la speranza ed il voto di riposarsi in fine in un porto di salute.

Tutta la famiglia rimarcò l’alterazione della salute di Eleonora a segno che Margherita si pentì di averla invitata a ritornare al castello. Eleonora lo sentiva come gli altri ed avrebbe voluto risparmiar loro cotesto dispiacere. Un giorno spinta alla disperazione dalla pena insopportabile, cui era in preda, aprì il suo cuore a Margherita, dicendole: Mi è impossibile di sopportare più a lungo questa mia esistenza;