Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/186

Da Wikisource.

177

presenza di una madre, e che sentono ripetere i primi vagiti della prole, che danno alla luce in mezzo alle acclamazioni festive di una famiglia intiera. O Melmoth! che deve dunque esser per me, che soffrirò nel silenzio e nella solitudine, che vedrò strapparmi di braccio la prole prima di averla potuta abbracciare? Accordatemi una cosa, una cosa sola: giuratemi che la prole che nascerà da me, sarà battezzata secondo il rito della Chiesa cattolica; allora se i miei funesti presagii si adempiono, io morrò almeno tranquilla pensando, che lascio dietro di me una creatura, che pregherà per suo padre e le cui preghiere esser potranno esaudite. Ah! se la mia voce non sarà degna di essere esaudita nel cielo, lo potrà ben esser quella di un cherubino. Il Salvatore, che si lasciava avvicinare i fanciulli, quando era in terra; non li rigetterà nel cielo. Oh! no.... no! egli non rigetterà il vostro. — E perchè dovrei ciò ricusarvi? le rispose Melmoth; no, no, il figlio che nascerà da voi sarà cristia-