Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/236

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ne una consimile, che corsi risico di perdere qualche cosa più della vita!... Possa la mia sorte essere per voi di avvertimento ritiratevi!...

Eglino di fatto si allontanarono, e passarono il rimanente di quella giornata senza pensare a prendere il consueto vitto; tanta era l’inquietudine che li divorava. La notte essi rimasero nel loro appartamento, ma senza speranza di poter riposare. Il riposo d’altronde sarebbe stato impossibile. Il fragore e lo strepito, che quasi subito, suonata la mezza notte, cominciarono a farsi udire nell’appartamento dell’uomo errante, non tardarono a divenire sì orribili, che il giovane Melmoth, quantunque avesse inviati i suoi domestici a dormire in una parte molto segregata della casa, incominciò a temere, che il rumore non arrivasse fino alle loro orecchie. Si alzò dunque, e si pose a passeggiare su e giù pel corridoio, che dava accesso alla camera spaventosa, ed incontanente vide all’altra estremità un individuo, che gli si avvicinava, e tanta era la sua preoccupa-