Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/237

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zione, che sulle prime non si avvide, lui esser Moncada. Proseguirono a passeggiare senza farsi alcuna vicendevole interrogazione.

L’orrore del rumore che essi sentivano aumentò ad un segno, chel’avertimento stesso, che avevano ricevuto potè a mala pena impedir loro di entrare nella camera. Cotesto fragore era di una natura tale da non potersi descrivere. Non erano nè suppliche nè bestemmie, ma un miscuglio di ambedue. Verso la mattina il rumore cessò ad un tratto. Il silenzio, che ne seguì parve loro per alcuni momenti più terribile di ciò, che avevano inteso. Dopo essersi consultati con uno sguardo si affrettarono ad entrare nell’appartamento; esso era vuoto e non porgeva alcun vestigio di colui, che vi aveva passata la notte.

Dopo aver rivolto con istupore lo sguardo intorno alla camera, si accorsero, che una piccola porta, che era dirimpetto a quella per la quale erano entrati, e che metteva in una scala segreta, era aperta. Avvicinan-