Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/44

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pensiero de’ suoi genitori ridotti alla miseria, la perdita delle sue proprie forze, i suoi talenti trascurati e renduti inutili; pensava altresì all’oro che aveva veduto e non sapeva rendersi conto di ciò che sentiva; ma rientrando in casa, quantunque fino a quel momento fosse stata sempre sommessa, dichiarò con un tuono inusitato, che ella avrebbe prescelto di morire di fame, che percorrer di nuovo sola le vie Siviglia.

«Ines nel mettersi a letto intese un piccol gemito, che sembrava uscire della camera, ove Everardo dormiva con suo fratello Maurizio, essendo stata obbligata la madre a vendere uno de’ due letti ed anco una porzione delle coperture del secondo. I gemiti andavan crescendo, ma Ines non osava risvegliare Walberg, che dormiva di un sonno profondo, sola consolazione degl’infelici. Ad un tratto vede aprirsi le cortine del letto, e comparirsi davanti un fanciullo tutto ricoperto di sangue, che gridava. Questo sangue è di Everardo! Esso muore! Madre, madre mia! levatevi