Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/59

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mia mano, riprese Ines piangendo. — Voi dunque siete affamata? gli disse Walberg come se si risvegliasse da un sonno. — Noi lo siamo tutti da gran tempo, gli rispose Ines troppo felice di ricondurre la ragione in suo marito. Lo siamo tutti.... — Zitto, disse Walberg interrompendola, che rumore è questo che io sento? non vi pare che siano gemiti di moribondi? — No, non sono altro che i lamenti, che fanno i nostri figli dormendo. — E di che si lamentano? — Per cagione della fame, che soffrono i meschini, disse Ines cedendo involontariamente all’orribile sentimento della sua miseria abituale. — Ed io rimango qui per ascoltare, gridò Walberg alzandosi precipitosamente, rimango qui per esser testimone del loro sonno interrotto dalla naturale esigenza di cibarsi di un tozzo di pane, mentre potrebbe bastare una mia parola per vedere questa camera piena di monti d’oro, i quali non mi costerebbero che.... — Che, gli disse Ines stringendolo per le ginocchia; pensate a quello che ve ne