Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/63

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le disegno, sorti della camera, e nel ritirarsi traboccò sul corpo freddo di sua consorte; un gemito annunzio, che dessa non era passata di vita. Cosa significa ciò? disse Walberg nel suo delirio. Cotesto cadavere mi rimprovera forse il mio delitto, o una voce che sopravvive mi maladice per non aver compiuta l’opera mia? In quell’istante un colpo fortissimo picchiò alla porta della casa. Eccoli, gridò egli, perciocchè il suo vaneggiamento gli offriva già le procedure criminali, conseguenza inevitabile della immaginaria carnificina, che aveva commessa. Ebbene entrate.... siete padroni... eccomi attorniato dai cadaveri della mia amata compagna, de’ figli miei... io gli ho assassinati... lo confesso... Voi venite a trascinarmi alla tortura... lo so... ma giammai... no, giammai tutte coteste torture non mi faranno tanto soffrire, quanto se li avessi veduti morirmeli di fame avanti agli occhi. Entrate... entrate il delitto è consumato.... il cadavere della mia consorte è a’ miei piedi, ed il sangue dei miei figli ar-