Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/82

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po era placido e sereno, ed i suoi servitori tenendogli un largo parasole aperto di sopra al capo gli rendevano sopportabili i calori. Arrivato ad un certo punto spedì in diverse parti i suoi domestici, ed egli rimase solo con la sua guida, che era stato obbligato a prendere per non isbagliare la strada. Era vicina la sera, e questa alquanto oscura e rinfrescata da un leggiero venticello: ma sulla sommità delle montagne cominciavano ad accumularsi delle folte nubi, che offrivano una triste prospettiva agli occhi del viaggiatore. Ad un tratto la mula di don Francesco si arrestò, ed egli per quanti sforzi facesse non potè farla muovere di un passo: ad un tratto si vide al fianco una figura straordinaria. Era questi un uomo vestito in una maniera affatto differente da quello che portava la moda d’allora, ma era ricoperto di un mantello così ampio, che ricopriva quasi i fianchi dell’animale sopra cui era montato. Tosto che fu vicino all’Aliaga si discoprì il capo e le spalle, e rivol-