Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/240

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progresso di tatti: le condizioni geografiche, le tradizioni storiche, la lingua, le tendenze speciali non ne sono per me che gli indizi; nui la missione ch’essa esercita o è chiamata ad esercitare, ne è il battesimo e la consecrazione. La nazione deve essere per l’Umanitá ciò che la famiglia è o dovrebb’ essere per la Patria. Se essa opera il male, se opprime, se si dichiara missionaria d’ingiustizia per un interesse temporaneo, essa perde il diritto all’esistenza e si scava la tomba. È questa tutta la mia segreta dottrina sulla Nazionalitá. Rinnegherei la mia buona credenza Italiana ov’io potessi mai dire all’Italia: «assicurati contro un assalto possibile della Germania alloggiandoti sulla linea della Drava e della Sava.» Mi riterrei traditore del mio paese quel giorno in cui m’accadesse di dirgli: «la Germania ti minaccia; ora, giova indebolire il nemico, dovunque si può: segui dunque Luigi í^apoleone nel giorno inevitabile del suo innoltrarsi sul Reno.» A voi par bene d’emanciparvi da queste povere norme di politica moralitá. Voi dite alla Germania: «Venezia non è tua: razza, lingua, geografia, cose e voto del suo popolo la fanno Italiana: il potere dell’Austria non vi dura se non mercè le baionette e il carnefice: non monta: proteggi la tirannide, nega il diritto, schiaccia la libertá: potrebbe sorgere un giorno pericolo per te dall’esistenza di quel diritto ch’essi ti chiedono di riconoscere.» Ed io vi dico che la migliore sicurezza contro quella ipotesi di pericolo, sta per voi nell’amore, nell’alleanza del popolo Italiano riconoscente. Voi preferite affidarvi ai cannoni del Quadrilatero. È chiaro che non v’ è modo d’ intenderci: tra la vostra e la mia politica sta tutto quanto l’abisso che separa il diritto dalla violenza, la legge