Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/378

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dovere, dicendovi senza timore che tra noi e il vostro Governo esiste una diversitá d’intenzioni. avversa alla attuazione dei buoni vostri concetti. In luogo della schietta libertá promessa da voi, Sire, al popolo, i vostri consiglieri e ministri hanno architettato non sappiam quale periodo di transizione, nel quale i contadini non sono schiavi né liberi, e che riesce insopportabile del pari ad essi e ai proprietari. Invece d’una misura generale, imu)ediata. obbligatoria per la trasformazione dei contadini servi, in proprietari liberi, essi hanno inventato un sistema di convenzioni volontarie che minaccia rovina a servi e proprietari ad un tempo. Essi si atteggiano oggi a difensori dei nostri privilegi, mentre noi che li possediamo, ne chiediamo l’abolizione assoluta, immediata. Or non è questo decisivo dissenso una prova, che le grandi riforme diventate necessarie, mal possono verificarsi per via amministrativa e 6w>oc>7f/ica? Benché noi stiamo piú presso al popolo che non gli uomini di Governo, noi non crediamo avere diritto di parlare in nome del popolo, e abbiamo profondo convincimento che la volontá migliore è pur nondimeno insufficiente a esprimere direttamente i bisogni del popolo. Xoi siamo convinti che le riforme contempiate non avranno successo, perché furono imprese senza consultare la volontá del popolo. La convocazione dei deputati di tutte le terre Russe, senza distinzione di classi o di condizioni è, secondo noi. la sola via di salute per risolvere tutte le questioni additate dall’ukase del 19 febbraio.

Supplicandovi. Sire, di convocare una Assembíea N’azionale, noi speriamo che il desiderio del bene pubblico, dal quale solamente è ispirata la