Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/426

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togliemmo a vivere della vita dello straniero — scendemmo in una tomba di secoli. Oggi vivremo, se vivremo per l’Europa: se, fedeli alla nostra tradizione, intenderemo che il nostro Pensiero e la nostra Azione devono movere dalla Xazione Una, come da base potente a promovere il bene e il progresso di tutti i popoli. Se no. no. Ricadremo come chi tradisce il proprio mandato. Il nostro mandato, la doppia missione d’Italia, è d’innalzare il Diritto Nazionale all’altezza d’un principio Europeo — e d’innalzare l’idea dell’autoritá, oggi usurpata e travestita in menzogna immorale dall’arbitrio delle razze regali, e da un papato incredulo in se stesso e nei fati progressivi dell’Umanitá, al santo concetto di una autoritá vera, sommessione volontaria di liberi alla legge morale, com’è mormorata da Dio all’orecchio dei popoli, e commentata dai migliori per senno e virtú. Per questo, io vi chiamo a Venezia e a Roma. Venezia è la guerra santa delle Nazionalitá, iniziata da noi contro la loro negazione, l’impero d’Austria — che finirá da un lato a Costantinopoli, dall’altro a Varsavia, e fonderá per lunghi secoli, sopra un nuovo assetto di giustizia e d’alleanze, la pace d’Europa.

Roma è la rovina, per mano d’ Italia, della falsa autoritá, sulla quale s’ appoggiano tutti i Poteri che negano la legge i>rovvidenziale. il progresso: — la proclamazione dell’inviolabile libertá dell’umana coscienza — la via schiusa a un rinnovamento religioso, che ponga in armonia la tradizione dell’Umanitá, colla, libera ispirazione dell’individuo. In Venezia e in Roma, vive il doppio battesimo delia Nazione.