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MEDEA.
Anzi moiano pur, che non son miei.
Periscano: ah pur sono
Miei: ne colpa o peccato
Han, ma sono innocenti.
Ma confesso, che siano; anco innocente
Era il fratello mio.
Deh, perch’animo mio sospeso resti?
Perche tingon le lagrime le guancie?
E tra il voler e ’l disvoler mi tira
Da l’una parte l’ira, e d’altra Amore?
Ne so quel, che far si deggia?
Si come, quando due contrari venti
Tra lor fanno aspra guerra,
L’onde agitate hor quà hor là portando
L’aggira in ogni parte:
Non altrimenti io sono
Combattuta nel core:
L’ira faccia pietate,
E la pietade l’ira:
Dolor cedi a pietade,
Cara mia prole, e solo
Conforto de l’afflitta
Mia casa quì venite,
E cingetemi il collo,
Godivi salvi il padre,
Mentre n’habbia la madre.
Adosso m’è l’esilio,
E la presta fuggita,
Gia gia mi fian levati
Da questo grembo.
Hor su piangendo e sospirando, ratto
Periscano del padre
A gliocchi, poscia che perite sono
A quelli de la madre,