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costumi delle genti. 177

Germaniche.

XV. Di conviti ed ospitalità, non è gente più vaga. Metter fuor di casa chicchessia, stimane tosa nefanda; e ciascuno riceve altri a banchetto, secondo sua fortuna. Quluì» qaesta vien meno, l’ospite»fó indicatore e compagno a nuovo ospizi}, ed entrano non invitali nelia casa vicina; nè porta; con (tari umanità sqn ricevati. Noto od jgnoft, quanto a diritto <P o^izio, non si. discerne. (fb.,21.)

Moderne.

Averani cbe ha ucciso mie fratello. « — t Non to ne posso impedire » riprese il capitano; ma nella notte Averani fu avvertito, e foggi co’figlinoli. Saputa la partenza di lui e cbe s’era avviato per l’interno del paese alla riviera d’Apruagua, 11 nemico si risolvette ad inseguirlo: < Ucciderolio, diceva, quando anche ei fuggisse flap ai Portoghesi. » $ cosi parti. Non sappiamo se arrivasse a raggiungerlo. » [Journal Jfi. d’un iijour à la Guyane, par M. de M....)

(AGG.) Vedi pure Burnes, Voyages sur l’Indus, ec., tomo II, pag. 121.

XV. L’ospitalità di tutte le genti selvagge è proverbiale. Vedi nell’Histoire, de l’Acad. des Inscript., tomo III, p. 41, il sunto di una memoria del signor Simon, e moltissime altre narrazioni di saggiatori.

XVI. Hanno cari i regali; ma

XVI. Il medesimo s’osserva ne’