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Pagina:Meditazioni storiche.djvu/25

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18 meditazione prima.

vessero molti altri; ma, sia che anche la scuola cristiana cadesse più o meno nelle idee storiche antiche e queste traviassero le cristiane, sia che la moltiplicità e grandezza degli avversari istupidisse, per così dire, i filosofi cristiani, certo è che questi scrissero allora tutti o con tal timidità e tali concessioni, o con tali forme apologetiche, da infermare ora la forza intrinseca, ora l’effetto estrinseco di tutti i libri loro. Ciò, dico, fino al principio del secolo presente. Quando, chiamisi disposizione immediata della Provvidenza, o ritorno spontaneo della ragione umana dai propri errori, certo è che si rovesciarono le sorti delle due scuole, che incominciarono ad essere più grandi, più numerosi, più arditi gli storici e filosofi cristiani, più timidi, più piccoli, e via via pochi, ed oramai eccezionali, i dissenzienti. Quali aiuti ed impulsi venissero dall’altre scienze alla storica, quali uomini in ciascuna od anche fuori fossero duci, collaboratori o stromenti di questa gran mutazione, noi lo cercheremo altrove, se Dio voglia, particolarmente. Qui ci basterà l’accennare che questo nostro secolo XIX (non senza motivo vituperato dagli amatori esclusivi dell’antichità) incominciò con un gran ravviamento alla pratica cristiana per opera di Napoleone, con uno grande alle lettere cristiane per opera di Chateaubriand, con uno pur grande alla congiunzione delle scienze naturali colle cristiane per opera di Cuvier. E seguirono d’allora in poi più o meno nelle medesime vie tutte le parti della coltura: ma nessuna forse quanto la filosofia storica per opera più o meno diretta di quel medesimo Chateaubriand e di Bonald, Maistre, Guizot, Cousin, Villemain e non pochi altri Francesi; dei due Schlegel e di Raumer, Leo, Voigt, Hurter, Ranke e molti altri Tedeschi; di Lingard, Wiseman ed altri Inglesi; di Manzoni, Rosmini, Gioberti, Cantù ed altri Italiani. — Della grandezza, dell’intenzioni e degli effetti de’ quali, come succede de’ contemporanei, dubiti pure e disputi e detragga ciascuno a talento, e opponga, se vuole, altri nomi contrari, e faccia passare alcuni de’ primi ne’ secondi; ma ad ogni modo queste stesse dubbiezze che non erano un secolo fa su dissenzienti, e l’aver essi mutate le aperte ostilità in dubbiose od anche infide al-