Pagina:Meditazioni storiche.djvu/421

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mente Germanici, cioè di quella nazione, dove, scoperto un poema nazionale fatto forse a questo modo, i Niebelungen, era naturale applicar tale scoperta alla formazione di tutti i poemi primitivi e tutte le nazioni, e cosi all’Iliade d’Omero. Ma un gran divario v’ha tra i Niebelungen e l’Ilìade. Dal principio al Qne di questa corre un tema, un modo di narrare, una connessione di parti, un’assenza d’episodi inutili, che la dichiarano opera non solo d’un poeta ma d’uno grande. Qnesta è ragione intrinseca ed estetica, che vince tutte quelle tratte da alcuni squarci creduti non omerici; i quali, se mai, furono aggiunte, interpolazioni e non più. E quanto a quelle ragioni estrinseche, che la scrittura non era inveutata ai tempi d’Omero, cioè di qua dal 1000 avanti Gesù Cristo, e che la storia ci narra due compilazioni de’ poemi omerici fatte da Licurgo e da Pisistrato; la prima è già tolta di mezzo da quanto dicemmo dell’invenzione delle scritture ideografiche prima del 2000, e dell’alfabetiche verso il 1800; e la seconda non prova appunto se non compilazioni, raccolte di ciò che era disgiunto ma poteva riunirsi, ed era stato fatto per riunirsi. Molti Ercoli furono, è vero, di che le mitologie fecero un Ercole; molti Giovi, di che un Giove; molti Bacchi, di che un Bacco; e Baraseli, di che un sesostri; ma nè Ercoli, nè Bacchi, nè Giovi non lasciarono monumenti; e i monumenti de’ Ramseti provano che questi furon parecchi, mentre, all’incontro, il gran monumento lasciato da Omero prova appunto invincibilmente cbe uno fu Omero. Tutto ciò quanto all’Iliade.1 Perciocché, posto un Omero autor d’essa, che è fatto storico importante a rivendicare, l’altre questioni se sien di lui l’altre opere attribuitegli, e l’Odissea slessa, rimangono questioni minori, ed a cui non abbiano luogo nè scienza da fermarci. Ad ogni modo, l’Odissea è tale, che, omerica o no, ella pure dopo l’Iliade serve a dimostrare (fintanto almeno che non sia contrastata da’ poemi indiani più divulgati e cosi più imparzialmente giudicati) la superiorità dell’antica poesia greca sulle contemporanee profane. Del resto, come vedemmo molti li

• Vedi tutta questa contesa in schoell, op. cit., lib. Il, cap. 4, a cui si può aggiunger Bulwer, lib. I, cap. Vili, g 3.