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uomini e donne, vecchi e fanciulli e molte volte anche animali; i loro letti sono specie di barelle il cui telaio è intrecciato di pelli di bue o di cammello; non sedie quadri o specchi, non utensili di qualsiasi specie, tranne le armi e qualche coccio di pentola, adornano il meschino abituro. Solo nelle case dei ricchi e dei capi, qualche tappeto cuscino od ombrellino sovrasta al lurido squallore di quelle catapecchie.

Il vestito caratteristico degli Abissini consiste per gli uomini nello sciamma, specie di lenzuolo bianco che i capi portano ornato di una striscia rossa, e nel quale si avvolgono le persone sempre, giorno e notte, addormentati o desti; ed al dissotto dello sciamma in un paio di mutandine bianche che scendono strette fino al ginocchio.

Le donne invece portano una lunga camicia bianca orlata di rosso cupo intorno al collo e spesso con una croce dello stesso colore disegnata sul davanti. Uomini e donne hanno i capelli comunemente disposti in fitte treccie ed unti di grasso; portano al collo un nastro azzurro al quale è appeso qualche grosso Cristo o reliquia o immagine di Maria. Camminano a piedi scalzi, e solo i ricchi ed i capi, nelle grandi occasioni calzano i sandali.

Il loro cibo consiste generalmente in focaccie di orzo o di dura che poi intingono in una salsa piccante di peperoni pesti; questo cibo viene da loro chiamato engerà. Usano molto le carni di bue, di vacca, di pecora e montone cotte nell’acqua o più spesso crude o disseccate al sole; i poveri mangiano anche erbaggi come crescione, radici, asparagi e spinacci. La bevanda favorita in Abissinia è l’idromele o tegg fatto con miele ed acqua fermentata con foglie di mirto secche.

Gli Abissini sono generalmente poco puliti, si lavano poche volte e vanno perciò soggetti a molte malattie cutanee, d’occhi, e veneree. Il bucato è sconosciuto fra loro e generalmente gli oggetti di vestiario nen si lavano mai, perciò tanto le persone come le case sono infestate da insetti parassiti.