Pagina:Melloni - Relazione intorno al dagherrotipo, Napoli, 1839.djvu/14

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dividere ugualmente, tanto la fatica e la spesa, quanto il prodotto che poteva ricavarsi dalla felice riuscita delle loro investigazioni. L’epoca in cui eglino presero di comune accordo questa risoluzione è il 14 Dicembre 1829: Niépce moriva pochi anni dopo, e Dagherre, religioso osservatore della propria parola, ammetteva siccome socio de’ suoi progetti fotografici, Isidoro Niépce figlio e successore del defunto; ma questo secondo contratto si riferiva soltanto agl’interessi, e d’allora in poi Dagherre camminò solo nella gloriosa via delle scoperte. Ciò si rileva ad evidenza dall’atto legale stipulato posteriormente tra i due nuovi soci d’impresa, ove è detto: 1.o che Dagherre aveva notabilmente perfezionato il processo di Niépce padre: 2.o ch’egli era riuscito a scoprire un nuovo metodo per mezzo del quale si ottenevano le immagini degli oggetti sessanta, o ottanta volte più presto di prima. Le cose, di cui dobbiam ora far parola, devono pertanto risguardare interamente i progressi che l’arte fotografica subiva per opera del celebre pittor francese.

Noi non gitteremo tempo ad esporre le numerose prove tentate per ben quasi un decennio, l’animo fermo e costante dallo sperimentatore, i suoi ingegnosi pensieri, le felici scoperte, ed i successivi miglioramenti; ma passeremo, senz’altri preamboli, a sottoporvi il metodo perfezionato, che l’inventore adopera presentemente.

Il fondo del quadro che deve ricevere l’immagine della camera oscura è sempre l’argento saldamente congiunto al rame colla pressione del laminatojo. S’incomincia dunque dal prendere una di queste doppie lastre le cui varie parti, scevre d’ineguaglianze o sinuosità, e perfettamente adequate in un sol piano, siano ben terse, e levigatissime: e siccome