Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/168

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bizzarra, grottesca, e questa esprimeva un tale ammasso di contraddizioni intime, involontarie forse, ma così patenti, che la Baronessa non potè trattenere un gaio scoppio di risa.

— Quante sciocchezze! — rispose. — Ora datemi un mandarino, e state zitto.

Mentre sbucciava il mandarino, mandò di sbieco una lunga occhiata verso Milla, che calma, dignitosa, ma un po' pallida, guardava ogni tanto laggiù, verso loro.

«Perchè non hai voluto venir con me nel drag?» pensava la Baronessa. «Guarda ora!»

E si voltò verso Giuliano:

— Vi prego, fatemi fresco.

Gli porse il suo ventaglione di piume d'aquila, ed egli cominciò coscienziosamente a farle fresco.

— Il caffè.... — ordinò bruscamente la Duchessa, — di là.... in sala!

* * * * *

Drollino era capo di scuderia, disponeva e preparava gli attacchi, assegnava il posto ai cocchieri