Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/169

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e ai palafrenieri. Egli non saliva mai a cassetto. Pure una volta gli accadde di farlo. E fu così.

La Duchessa voleva andare, sola, ad un certo santuario distante quasi tre miglia da Astianello. Accanto a quel santuario, in un vecchio convento, pochi frati agostiniani esaurivano quietamente l'esistenza propria e quella della casa. Fra essi si trovava il confessore della Duchessa, il buon sacerdote a cui era toccato il facile còmpito di guidare quell'anima innocente e soave. Essa andava a trovarlo ogni tanto, facendosi per lo più accompagnare da una vecchia cameriera. Suo marito, compiacente qual'era, le permetteva queste debolezze, col patto, ben inteso, di non farsene complice.

In quella notte, nella stanza coi parati celesti c'era stato un gran silenzio. Giuliano e Milla, turbati entrambi, avevano finto ognuno un sonno straordinario. Milla stava immota, tutta raccolta al suo posto, cogli occhi spalancati nel buio,