Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/216

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Oh! non la sapeva recitare quella lezione; così sublime e così crudele. Tremava.... si confondeva.

— Sai.... — proseguì con uno sforzo eroico, volevo dirti che.... che io non mi ricorderò più di niente. Ma bisogna che anche tu... se vuoi ch'io....

Egli non la lasciò finire. Si gettò in ginocchio, le afferrò le mani, le chiese perdono, con accento rotto, appassionato, le giurò ch'egli l'adorava, che non era realmente colpevole, che ciò ch'ella aveva udito non era stato che l'espressione d'un momento di delirio passeggero.... un capriccio passeggero, senza base, senza conseguenze.... E iterava proteste, ardenti e sincere, com'era in quel momento, ardente e sincero il suo ravvedimento. E in quella tempestosa reazione, in quel subito rinnovarsi del suo amore per la donna ch'egli temeva di perdere; Giuliano riesciva eloquentissimo e si presentava sotto un aspetto nuovo, l'aspetto cioè ch'egli, nella placida sicurezza del suo dominio su Milla, non si era mai curato d'assumere per lei.