Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/232

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Milla, ridendo, e colla vaga intuizione di dire una gran sciocchezza.

— E tu, penserai a me? — rispose Giuliano, colla coscienza di dir cinque parole orribilmente vane e stonate.

— Uhm! — rispose Milla — secondo.... se avrò tempo. Perchè, — soggiunse con un fare soavemente biricchino — se tu hai delle occupazioni.... può darsi che ne abbia anch'io.... e che siano importanti come le tue.

Egli la guardò, con un'espressione indefinibile.

— Come?... — mormorò — che intendi dire?...

— Sei curioso, eh? Ci ho gusto. Oh bella! perchè non avrei anch'io i miei affari.... come li hai tu?...

— Perchè.... — ripetè Giuliano — perchè?...

— Via, via, non far quegli occhiacci. Sai pure che di affari, propriamente detti, non posso sentir a parlare per cinque minuti consecutivi, senza addormentarmi. Ho piena coscienza che, se me