Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/235

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elegante phaèton che, guidato dal Duca stesso, s'avviava verso la stazione. Poi tornò indietro, asciugandosi gli occhi un po' rossi. Si fermò a terreno e mandò a chiamar Drollino.

— Senti, Drollino, — gli disse appena se lo vide davanti, serio e muto come al solito, — di devi fare un piacere. Sceglimi in scuderia una bestia buona, sicura, proprio quieta.

— Ci sarebbe Calif, — rispose Drollino, dopo aver pensato alquanto.

Calif, ai suoi giorni, era stato un fiero corridore, ma ora era vecchietto assai e aveva smesso ogni baldanza.

— Bravo! Calif; per l'appunto. Sai cosa voglio fare?... Voglio montare a cavallo.

— Lei! — disse Drollino attonito.

Era noto a tutti, nella tenuta, che quell'angiolo della Duchessa aveva sempre avuto una paura terribile dei cavalli.

— Sicuro.... — continuò Milla. — Il Duca avrebbe tanto caro che imparassi. E ora, capisci,